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sabato 14 febbraio 2009

Lunedì l'addio a Bulgarelli


di Simone Monari
Se n´è andato prima di vedere il suo Bologna festeggiare cento anni, lui che ai colori rossoblù aveva dedicato la vita intera. Giacomo Bulgarelli è morto giovedì sera nella casa di cura Villa Nigrisoli. Accanto a lui c´era la moglie. La sua famiglia gli è sempre stata vicino, in questi ultimi anni di sofferenza: prima il tumore, poi il trapianto di fegato, le cure al Sant´Orsola e gli ultimi giorni a Villa Nigrisoli, dove oggi alle 10 apre la camera ardente. I funerali saranno celebrati lunedì alle 11.45 nella cattedrale di San Pietro da monsignor Ernesto Vecchi.
I rossoblù scenderanno in campo stasera a Napoli col lutto al braccio (sarà osservato anche un minuto di silenzio, che sarà ripetuto sabato prossimo con l´Inter al Dall´Ara), mentre il Comune fa sapere che «il lutto cittadino non è prassi in questi casi, ma ai funerali ci sarà il gonfalone e il sindaco parteciperà in fascia tricolore».

Bologna apprende la notizia ieri mattina: il suo capitano, il simbolo dello scudetto allo spareggio con l´Inter nel ï'½64 non c´è più. All´ora di pranzo Wikipedia, l´enciclopedia on line, ha già aggiornato la sua biografia, annunciandone la morte. A Villa Nigrisoli arrivano le prime visite, davanti a tutti Maurizio Cevenini, il presidente del Consiglio provinciale, poi Marino Perani ed Ezio Pascutti, che davanti alle telecamere di Sky cedono all´emozione; all´imbrunire arriva anche la presidente Francesca Menarini, in rappresentanza della squadra che è già scesa a Napoli per l´anticipo di campionato. 
La presidente rimane un quarto d´ora insieme alla famiglia di Bulgarelli. «E´ una perdita che mi addolora, non solo come presidente, ma come cittadina bolognese e italiana. Ha lasciato un segno indelebile nel nostro glorioso passato. Non ho avuto il piacere di conoscerlo di persona, ma ci eravamo sentiti tante volte al telefono e si era complimentato per il mio incarico. So per certo che Giacomo ha seguito le vicende della squadra fino all´ultimo». Renzo Menarini affida al sito del Bologna Calcio il suo ricordo: «Ho conosciuto Bulgarelli e l´ho apprezzato come giocatore e come uomo. In un giorno triste come questo consentitemi di fare un augurio a tutti noi del Bologna: il mio auspicio è che nel suo futuro questa società possa avere uomini che prendano esempio dal grande Giacomo dal punto di vista sportivo, ma soprattutto umano. Bulgarelli è stata e resta la nostra bandiera: ci riempie di orgoglio pensare che un uomo così abbia vestito solo e unicamente la maglia rossoblù».
Menarini e il sindaco si incontreranno perché è obiettivo comune ricordarlo nel migliore dei modi. Se mai ci sarà, il nuovo stadio porterà il suo nome. E dalla prossima stagione la sua maglia, la numero 8 indossata oggi da Mingazzini, potrebbe essere ritirata, come chiedevano ieri su Facebook a gran voce molti tifosi. Ci sarà tempo.

«Mio padre era un uomo senza difetti, e tutti lo ricordano con grande stima e affetto, perché era amico di tutti», racconta la figlia maggiore, Annalisa. Il fratello Andrea torna piccino: «Ricordo una volta allo stadio, rimasi appiccicato alle transenne e lui a fine gara venne a salutarmi. A tavola invece era il primo che si sedeva e spazzolava il ragù». Nicolò Rocco di Torrepadula è stato prima amico e poi cognato di Giacomo: «Prendeva 30mila lire, gli dicevano: cosa vuoi, sei un dilettante, ma erano già due anni che giocava in serie A. E quel rigore nella gara di Coppa Italia col Palermo: mia moglie era convinta che fosse morto, invece l´avversario non l´aveva nemmeno toccato e così si procurò il penalty decisivo. Bisogna essere capaci di fare queste cose».

fonte:http://bologna.repubblica.it

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