Avremmo fatto meglio a stare al caduccio, nel teporino domestico, ma la speranza di vedere qualcosa di nuovo, di diverso, ci ha spinti a prendere la via dello stadio.
La speranza che, poi, si traduce nella curiosità di vedere, di capire.
Gli annunci e gli acquisti fatti dall’Imolese in settimana, la buona prestazione espressa a Morciano contro il Del Conca ha mosso i nostri passi.
Incuranti del gelo e dei patimenti che avremmo dovuto soffrire siamo andati a vedere Imolese – Sasso Marconi.
L’Imolese schiera tal Rimondini avanti alla difesa e propone Paesani in panchina.
Sono questi i due nuovi puntelli del sodalizio rossoblù.
Pronti via e l’Imolese sfiora la rete alla prima azione.
Se il buongiorno si vede dal mattino…
Ma purtroppo dopo cinque minuti si inizia a intuire che il “fuoco era di paglia”.
Il Sasso inizia a macinare gioco, l’Imolese fatica in mezzo al campo.
Il regista Rimondini si piazza avanti alla difesa, con Falco e Fabbi più avanti e Borini a destra.
La fascia sinistra sembra un scoperta, ma il Sasso non ha bisogno di girare intorno alla difesa: si può sfondare al centro.
Infatti su alcune palle vaganti, il Sasso Marconi ha un paio di buone occasioni, finché non riesce a passare su un’altra palla vagante che in mischia viene spedita alle spalle del colpevole Zannoni, reo di essere andato giù troppo lentamente.
Ci si inizia a chiedere come mai il centrocampista preposto a guardia della difesa non sia mai presente e, da buoni investigatori, sciopriamo che Rimondini pascola a ridosso del cerchio di centrocampo, quasi immobile e senza mai proporsi: questo è un acquisto che fa la differenza? Uno che gioca da fermo?
E, infatti, nella ripresa il nuovo acquisto rimane al teporino della doccia, perché Pietro Assennato gli preferisce Giovannini, un ’90, che almeno corre.
Il mister rossoblù toglie anche un modesto Ercolani per inserire… Paesani. Sissignori, l’acquisto della settimana, arrivato a Imola per rinvigorire una spenta difesa.
L’ex “campione” del Cervia che qualche anno or sono vestì anche la casacca del Dozza.
E le cose in avvio di ripresa sembrano funzionare meglio. Con un colpo di ginocchio (o di natica), Maiorano trova il pareggio e per dieci minuti l’Imolese sembra avere il sopravvento.
Ma a metà frazione il crollo.
La difesa rossoblù commette alcuni clamorosi errori con Capodanno prima, che applica da solo la tattica del fuorigioco permettendo a Cervone di involarsi verso Zannoni e, poi, su un lancio lungo, lo stesso Cervone recupera cinque metri a Paesani (che sembra giri con il freno a mano tirato) e solo avanti a Zannoni lo trafigge.
L’Imolese è in ginocchio.
Ma viene letteralmente stesa pochi minuti dopo, quando Gardosi, classe ’90, subentrato a Bencivenni, recupera palla sulla trequarti si lancia come un ariete verso la porta avversaria, supera ancora Paesani e Capodanno in velocità e batte nuovamente Zannoni che si fa beffare centralmente, lasciando, peraltro, tre difensori dell’Imolese stesi in terra.
La Caporetto dell’Imolese. Da questa disfatta si salva poco o niente. Senza gioco, senza fisicità e senza idee.
Una squadra fantasma, con gente svuotata dentro. Senza energie mentali e senza collaborazione fra i singoli e i reparti. Ognino gioca per conto proprio.
Troppi mali per pensare di risolverli in una settimana.
Il passo con cui procede questa squadra è da retrocessione.
E la senzazione che si ha e che si ricominci a rimpiangere Marco Menghi.
Se al peggio non c’è mai fine… chissà cosa ci aspetta ancora a Imola…
fonte:sportdata.it
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